domenica 31 agosto 2014

Il senatore PD Tonini chiede di ascoltare il vescovo, ma ammette di non aver letto la legge



Il senatore del pd Tonini (che ammette di non aver letto la legge) chiede di ascoltare le parole del vescovo (che evidentemente non ha letto le legge) a proposito della legge contro le discriminazioni in discussione nelle prossime settimane in Consiglio provinciale.



TONINI: «OMOFOBIA, SI ASCOLTI IL VESCOVO»
TRENTO — L'intervento di Luigi Bressan, vescovo di Trento, rischia di far crollare la maggioranza su un tema, la lotta all'omofobia, sul quale si è impegnato personalmente il governatore Ugo Rossi. Il richiamo del presule (una lunga intervista su Vita trentina) ha dato legittimità ai forti dubbi che già circolavano nella coalizione. Larga parte del Patt e dell'Upt sono dati per contrari e il contagio si estende al Pd, spaccato sulla questione. I cattolici come il senatore Giorgio Tonini chiedono di accogliere ciò che dice Bressan. «La politica — dice — sia umile verso le istanze rappresentative della società civile». Una linea molto diversa da quella espressa dal capogruppo provinciale Alessio Manica. Franco Panizza, segretario del Patt, prova invece a raddrizzare il timone della barca capitanata dal collega di partito Rossi. «La questione è risolvibile, lavoreremo sugli emendamenti. Il vescovo però avrebbe potuto intervenire prima, visto che la legge ha iniziato il percorso due anni fa».
Pd diviso
«Innanzitutto faccio una premessa» afferma Tonini. «Non conosco da vicino il disegno di legge contro l'omofobia, le mie valutazioni sono quindi più generali». Il senatore allude al testo unificato che recepisce la proposta di iniziativa popolare. Il consiglio provinciale è tenuto a avviare la discussione in aula entro l'8 novembre, 24 mesi dopo il deposito, altrimenti si arriverà al referendum sulla prima proposta. Per Tonini occorre ascoltare la riflessione di Bressan. Il ragionamento del senatore è per certi versi opposto a quello del capogruppo Manica, di sensibilità laica. «Opporre la lotta alla discriminazione alla famiglia è un modo strumentale per cercare consenso» aveva detto l'ex sindaco ribadendo che il compito della politica è creare uno spazio di convivenza tra cattolici e non cattolici.
«Ogni voce rappresentativa della società civile va ascoltata — rimarca Tonini —. La politica deve essere umile, che non vuol dire deferente. Come si ascoltano gli operatori economici per le materie attinenti, si può ascoltare la Chiesa su questo argomento». Tonini ricorda come a livello nazionale si sia posticipata la discussione sull'aggravante penale per l'omofobia al testo sulle unioni civili di persone dello stesso testo. «L'omofobia appartiene alla sfera dei reati di opinione ed è un territorio ancora infido. Meglio partire dalle cose concrete». Anche il razzismo tuttavia appartiene alla sfera dell'opinione. «Vero, ma la codifica è sempre difficile» prosegue. A livello trentino però si parla di lotta alla discriminazione. La palla passa al lavoro sugli emendamenti. «Giusto — conclude — procedere ascoltando tutte le parti. Anche perché si rischia di fare una legge controproducente, ammesso che ci siano i numeri».
Luca Zeni, consigliere provinciale del Pd e prima della Margherita, confida nella discussione in aula. «Il tema è delicato e ogni intervento è legittimo. A mio avviso occorre iniziare ad approfondire il testo». In aula è calendarizzato il 16 settembre. «Altrimenti si rischia un confronto tra chi dice che si propaganda l'omosessualità e chi dice che i generi non esistono». Il punto cruciale è l'educazione nelle scuole. «Margini per modificare questo passaggio ci sono» termina Zeni.
Panizza: «Avanti»
«Ci concentreremo sugli emendamenti per migliorare la legge» chiarisce il segretario Panizza. Il confronto nel Patt è in corso. Stasera se ne parlerà nel consueto ufficio politico. «Il ragionamento del vescovo lo trovo condivisibile — prosegue —, anche se avrei preferito un intervento più tempestivo dato che si discute della legge da due anni. Nel merito, non c'è nessuna volontà di fare pubblicità all'omosessualità nelle scuole (lo aveva chiarito anche Rossi, ndr). Si vuole invece impedire il bullismo omofobico e le discriminazioni. Detto questo, è giusto che venga fatta chiarezza. La legge però va avanti».

(Il Trentino, 31 agosto 2014)