venerdì 2 settembre 2016

Patrick e Giorgio, la prima coppia gay che convola a nozze

Si uniranno domani davanti al sindaco di Trento Andreatta. "Per noi è un matrimonio"
Di Donatello Baldo 
TRENTO. Patrick e Giorgio si sono già sposati. Hanno celebrato la loro unione l'otto maggio, prima che il parlamento licenziasse la legge Cirinnà. Lo hanno fatto con una cerimonia tra amici, scambiandosi le promesse d'amore, di impegno reciproco. “Non c'era la certezza che le unioni civili fossero approvate. Non volevamo aspettare, non potevamo aspettare che lo stato decidesse se e quando permetterci di celebrare il nostro matrimonio”.

Il valore legale però non c'è, lo scambio delle fedi su un prato verde, vestiti eleganti e con i fiori all'occhiello, non sostituisce la cerimonia in comune. “Per me – dice Patrick – quelle promesse che ho scambiato con Giorgio l'otto di maggio hanno un valore altissimo. Indipendentemente dal fatto che un funzionario pubblico metta una firma in calce a un documento. Noi siamo già sposati”.

Patrick e Giorgio, però, per sancire con tutti i crismi della legge la loro unione saranno davanti al sindaco sabato prossimo. “Il 3 settembre. Saremo la prima coppia gay a celebrare un'unione civile a Trento”.

Patrick racconta che si sono recati in comune e hanno chiesto di potersi unire civilmente. “Le impiegate ci hanno chiesto chi volessimo come celebrante, ma noi non avevamo richieste specifiche. Ci hanno risposto – spiega Patrick – che se non avessimo scelto uno degli assessori ci sarebbe stato assegnato quello di turno”. Ma il giorno dopo, con sorpresa, una telefonata annuncia che a sposarli sarà il sindaco in persona.

Siamo molto contenti, è senza dubbio un segnale importante. In questi giorni si susseguono le notizie di sindaci obiettori, di sale di rappresentanza negate alle coppie omosessuali. E' decisamente un gesto che apprezziamo”. Com'è stato apprezzato il lavoro degli uffici di stato civile del comune: “Persone gentilissime, molto preparate. Ci siamo sentiti accolti, rispettati. E anche questo è un segnale che il mondo è cambiato”.

"Quando ero adolescente – ricorda Patrick – era addirittura impensabile parlare di omosessualità. Ora un sindaco celebra la prima unione civile omosessuale a Trento. Certo – continua Patrick – ci sarà sempre chi si oppone, chi grida allo scandalo, ma l'amore tra persone dello stesso sesso non è più un tabù, non si è più costretti a nascondersi”.

Anche se il matrimonio vero, quello che intimamente sentono più autentico, l'hanno celebrato già nel maggio scorso, sabato prossimo l'emozione tornerà di nuovo. “Quando si decide di fare questo passo lo si fa per il sentimento che si prova, non certo per ragioni politiche. Ma nel momento in cui saremo in municipio, davanti al sindaco, credo che proverò un sentimento di rivincita. Per tutto quello che fino ad oggi ci è stato negato. A me e a tutte le persone omosessuali in Italia”.

Patrick parla di 'matrimonio', anche se in molti sottolineano che no, è soltanto un'unione civile. E dice anche 'celebrare', quando l'assessora Chiara Maule ha voluto puntualizzare che il comune di Trento non usa questo termine, che solo un matrimonio può essere celebrato. “Il valore di una promessa è altissimo e solenne, come lo è l'impegno d'amore tra due persone. Noi sabato celebriamo il nostro matrimonio, e nessuno potrà impedirci di sentire la profondità e la solennità di questo momento”. E, giustamente, le cose alte e solenni, profonde e ufficiali si celebrano.

“Per noi è semplice: questo è il nostro matrimonio e sabato lo celebriamo davanti al sindaco di Trento. Questi sotterfugi lessicali vogliono solo togliere dignità a questo atto. Ma le coppie omosessuali, come tutte le coppie del mondo che scelgono di sposarsi, di dignità ne hanno da vendere. Se qualcuno non lo vuole vedere, abbassi pure gli occhi”.

Da Il Dolomiti, 2 settembre 2016