domenica 23 ottobre 2016

OUT OF THE GRAVE: il party di Halloween di Arcigay
















Buonsalve piccoli spettri, unicorni non-morti, zombie affamati, scheletri scricchiolanti e dolci criceti. 

Benvenut* all'aperitivo di Halloween di Arcigay del Trentino. Lo so, siamo in ritardo, ma stavamo dormicchiando nella bara e troppo sole estivo ci dava fastidio.

Per chi verrà vestito da qualcosa offriremo il primo drink, mentre ai primi che arriveranno in tenuta classica, quindi svestiti, regaleremo una maschera spaventevole (o meravigliosa, dipende dai punti di vista).

Alla serata saranno disponibili tanti stuzzichini e molti drink a offerta libera. Non potete mancare.

+ Durante tutta la serata sarà possibile tesserarsi e diventare soci@ di Arcigay del Trentino. Sono inoltre disponibili, per i soci, le nuove tessere di ARCI 2017. +

+ Non è necessaria la tessera Arcigay per partecipare all'evento +

venerdì 21 ottobre 2016

IncontrARCI: dal 24 ottobre tornano i lunedì sera di Arcigay


Ogni secondo e quarto lunedì del mese la sede di Arcigay del Trentino è aperta per soci/socie e simpatizzanti per socializzare attraverso diverse attività.

Si inizia lunedì 24 ottobre con i giochi di società.

Potete sfruttare l'apertura della sede per sostenerci tesserandovi o rinnovando la vostra tessera.

Vi aspettiamo numeros*!

venerdì 2 settembre 2016

Patrick e Giorgio, la prima coppia gay che convola a nozze

Si uniranno domani davanti al sindaco di Trento Andreatta. "Per noi è un matrimonio"
Di Donatello Baldo 
TRENTO. Patrick e Giorgio si sono già sposati. Hanno celebrato la loro unione l'otto maggio, prima che il parlamento licenziasse la legge Cirinnà. Lo hanno fatto con una cerimonia tra amici, scambiandosi le promesse d'amore, di impegno reciproco. “Non c'era la certezza che le unioni civili fossero approvate. Non volevamo aspettare, non potevamo aspettare che lo stato decidesse se e quando permetterci di celebrare il nostro matrimonio”.

Il valore legale però non c'è, lo scambio delle fedi su un prato verde, vestiti eleganti e con i fiori all'occhiello, non sostituisce la cerimonia in comune. “Per me – dice Patrick – quelle promesse che ho scambiato con Giorgio l'otto di maggio hanno un valore altissimo. Indipendentemente dal fatto che un funzionario pubblico metta una firma in calce a un documento. Noi siamo già sposati”.

Patrick e Giorgio, però, per sancire con tutti i crismi della legge la loro unione saranno davanti al sindaco sabato prossimo. “Il 3 settembre. Saremo la prima coppia gay a celebrare un'unione civile a Trento”.

Patrick racconta che si sono recati in comune e hanno chiesto di potersi unire civilmente. “Le impiegate ci hanno chiesto chi volessimo come celebrante, ma noi non avevamo richieste specifiche. Ci hanno risposto – spiega Patrick – che se non avessimo scelto uno degli assessori ci sarebbe stato assegnato quello di turno”. Ma il giorno dopo, con sorpresa, una telefonata annuncia che a sposarli sarà il sindaco in persona.

Siamo molto contenti, è senza dubbio un segnale importante. In questi giorni si susseguono le notizie di sindaci obiettori, di sale di rappresentanza negate alle coppie omosessuali. E' decisamente un gesto che apprezziamo”. Com'è stato apprezzato il lavoro degli uffici di stato civile del comune: “Persone gentilissime, molto preparate. Ci siamo sentiti accolti, rispettati. E anche questo è un segnale che il mondo è cambiato”.

"Quando ero adolescente – ricorda Patrick – era addirittura impensabile parlare di omosessualità. Ora un sindaco celebra la prima unione civile omosessuale a Trento. Certo – continua Patrick – ci sarà sempre chi si oppone, chi grida allo scandalo, ma l'amore tra persone dello stesso sesso non è più un tabù, non si è più costretti a nascondersi”.

Anche se il matrimonio vero, quello che intimamente sentono più autentico, l'hanno celebrato già nel maggio scorso, sabato prossimo l'emozione tornerà di nuovo. “Quando si decide di fare questo passo lo si fa per il sentimento che si prova, non certo per ragioni politiche. Ma nel momento in cui saremo in municipio, davanti al sindaco, credo che proverò un sentimento di rivincita. Per tutto quello che fino ad oggi ci è stato negato. A me e a tutte le persone omosessuali in Italia”.

Patrick parla di 'matrimonio', anche se in molti sottolineano che no, è soltanto un'unione civile. E dice anche 'celebrare', quando l'assessora Chiara Maule ha voluto puntualizzare che il comune di Trento non usa questo termine, che solo un matrimonio può essere celebrato. “Il valore di una promessa è altissimo e solenne, come lo è l'impegno d'amore tra due persone. Noi sabato celebriamo il nostro matrimonio, e nessuno potrà impedirci di sentire la profondità e la solennità di questo momento”. E, giustamente, le cose alte e solenni, profonde e ufficiali si celebrano.

“Per noi è semplice: questo è il nostro matrimonio e sabato lo celebriamo davanti al sindaco di Trento. Questi sotterfugi lessicali vogliono solo togliere dignità a questo atto. Ma le coppie omosessuali, come tutte le coppie del mondo che scelgono di sposarsi, di dignità ne hanno da vendere. Se qualcuno non lo vuole vedere, abbassi pure gli occhi”.

Da Il Dolomiti, 2 settembre 2016

venerdì 15 luglio 2016

Arcigay contribuisce a portare Barbara Poggio nella Consulta per la riforma dello Statuto d'autonomia

TRENTO. Sono la sociologa Barbara Poggio, prorettrice dell’Università di Trento alle politiche di equità e diversità, l’aclista Fabio Pizzi e Martina Loss (delegata dall’Associazione dei selvicoltori trentini) gli ultimi tre nomi che vanno a completare la formazione della Consulta incaricata di elaborare una proposta di riforma dello Statuto di autonomia. Le tre assemblee delle associazioni il 9 luglio non avevano individuato un unico candidato, ma hanno espresso una rosa di nominativi, che sono stati «pesati» dalla Presidenza del consiglio provinciale secondo il criterio di rappresentatività delle associazioni (sulla base del numero degli associati). Si è quindi scelto per ogni settore il candidato con maggior supporto in termini di rappresentatività: per il settore sociale Poggio (sostenuta dalle associazioni laiche, tra cui Arci, Arcigay e anche dal Coordinamento teatrale, per un totale di 7.412 associati) si è imposta su un’altra candidatura femminile, quella di Paola Vicini Conci, appoggiata dall’ala cattolica (tra cui l’Unione cristiana imprenditori di Marcello Carli). Per il settore sociale entra nella Consulta Fabio Pizzi (Acli), dipendente del Gruppo provinciale Upt, per il settore ambiente Martina Loss (già nell’ufficio stampa della Lega Nord). Nei prossimi giorni il presidente del consiglio Dorigatti adotterà il decreto per la nomina di tutti i 25 componenti e indicherà il presidente. Gli altri membri sono: i consiglieri Borgonovo Re, Detomas, Baratter, Maestri e Tonina (maggioranza), Borga, Bottamedi, Fugatti e Viola (minoranze), Giandomenico Falcon e Matteo Cosulich per l’Università;
per le associazioni di categoria Paride Gianmoena, Adalberto Mosaner e Laura Ricci (Consiglio autonomie locali); Jens Woelck (minoranze linguistiche); Anna Simonati (Cgil), Arrigo Dalfovo (Cisl), Paolo Chiariello (Uil), Carlo Borzaga (Cooperazione), Luca Nogler, Marcello Poli e Paolo Pombeni per le associazioni di categoria.

(Il Trentino online, 15 luglio 2016)

giovedì 23 giugno 2016

Sacro cuore condannato per discriminazione omofobica: primo caso in Italia

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Trento, condannata scuola cattolica
"Discriminò insegnate ritenuta gay"

L'istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù dovrà risarcire con 25 mila euro una docente a cui non fu rinnovato il lavoro sulla base del suo presunto orientamento sessuale. E' il primo caso in Italia.
di Elena Tebano

L’avvocato Alexander Schuster
Il giudice del lavoro di Rovereto, in Trentino Alto Adige, ha condannato per la prima volta in Italia una scuola paritaria cattolica per aver discriminato un’insegnante in base al suo (presunto) orientamento sessuale. L’Istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù di Trento dovrà risarcire con 25 mila euro per danni patrimoniali e non patrimoniali la docente, rappresentata dall’avvocato Alexander Schuster, e con 1.500 euro ciascuna la Cgil del Trentino e l’Associazione radicale Certi diritti. Il Tribunale del lavoro di Rovereto ha stabilito che «la presunta omosessualità dell’insegnante nulla aveva a che vedere con la sua adesione o meno al progetto educativo della scuola» e che la docente «ha subito una condotta discriminatoria tanto nella valutazione della professionalità, quanto nella lesione dell’onore». Il giudice inoltre ha rilevato una «discriminazione collettiva» perché la condotta della scuola «ha colpito non solo la ricorrente, ma ogni lavoratore potenzialmente interessato all’assunzione presso l’Istituto» (da qui il risarcimento al sindacato e all’associazione per i diritti civili). «Finalmente ho avuto giustizia» commenta l’insegnante, che per questioni di privacy ha chiesto di rimanere anonima. «Questa decisione fissa un punto chiaro: i datori di lavoro di ispirazione religiosa o filosofica non possono sottoporre i propri lavoratori a interrogatori sulla loro vita privata o discriminarli per le loro scelte di vita — aggiunge l’avvocato Schuster —. L’uso di contraccettivi, scelte come la convivenza, il divorzio, l’aborto, sono decisioni fra le più intime che una persona può compiere e non possono riguardare il datore di lavoro» .
I «sospetti» di omosessualità
Il caso risale al 16 luglio 2014 quando l’insegnante, che aveva avuto più incarichi successivi nella scuola, fu convocata a contratto scaduto dall’allora responsabile dell’istituto, suor Eugenia Libratore, per parlare dell’eventuale rinnovo. La docente ha testimoniato che la madre superiore (deceduta a settembre scorso) le «aveva chiesto di passare lì a scuola poiché era venuta a conoscenza di alcune voci secondo le quali io avevo una compagna con la quale intrattenevo una relazione affettiva-sentimentale e con la quale vivevo assieme». La religiosa, ha riferito la donna, aveva giustificato le sue domande con il fatto che «dirigeva un istituto religioso nel quale si trovavano dei minori che lei doveva assolutamente tutelare», aggiungendo che «per risolvere il problema sarebbe stato sufficiente che io confermassi o negassi queste voci, così da garantire una continuità professionale presso l’Istituto». Di fronte al rifiuto della docente di confermare o smentire alcunché sulla sua vita privata, la suora, secondo quanto viene ricostruito negli atti, affermò che non farlo «equivaleva ad asserire di essere omosessuale» e che lei «aveva problemi come dirigente dell’Istituto a rinnovare il contratto ad una persona ritenuta omosessuale», ma che nel caso in questione «sarebbe stata disponibile a chiudere un occhio nei miei confronti qualora io mi fossi impegnata a risolvere il problema, cominciando con ciò ad alludere al fatto che l’omosessualità è un problema, una malattia o comunque qualcosa che vi è la necessità di curare».
Il cambiamento di versione
L’istituto aveva negato di aver discriminato l’ex dipendente, dapprima sostenendo di non aver bisogno di ricoprirei l’incarico, poi tra le alte cose, giustificando il mancato rinnovo del contatto con la necessità di tutelare il proprio progetto educativo e anche accusando la docente di condotte improprie. Il giudice nell’ordinanza nota però il cambiamento delle versioni su quanto accaduto dato dalla scuola e rileva che «la circostanza secondo la quale il gestore dell’Istituto avrebbe “sentito delle eco [sic!] su di lei da parte di famiglie e colleghi insegnanti” appare niente più che una giustificazione difensiva a posteriori» mentre «appare in tutta chiarezza come il punto centrale del colloquio del 16.7.2014 fosse stato per suor Eugenia Liberatore quello dell’orientamento sessuale» della docente. E sancisce così che questo costituisca «una patente violazione del principio di parità di trattamento» tutelato dalla legge contro le discriminazioni sul lavoro del 2003, inteso come «l’assenza di qualsiasi discriminazione diretta o indiretta a causa della religione, delle convinzioni personali, degli handicap, dell’età o dell’orientamento sessuale».
La libertà religiosa non giustifica discriminazioni
Tra i passaggi più importanti dell’ordinanza c’è quello in cui il magistrato esclude che si possa applicare alla vicenda in esame la «clausola di salvaguardia» prevista «per le cosiddette organizzazioni di tendenza». La legge italiana infatti prevede che «non costituiscono atti di discriminazione ai sensi dell’articolo 2 le differenze di trattamento basate sulla professione di una determinata religione o di determinate convinzioni personali che siano praticate nell’ambito di enti religiosi o altre organizzazioni pubbliche o private, qualora tale religione o tali convinzioni personali, per la natura delle attività professionali svolte da detti enti o organizzazioni o per il contesto in cui esse sono espletate, costituiscano requisito essenziale, legittimo e giustificato ai fini dello svolgimento delle medesime attività». Ma, afferma il Tribunale di Rovereto «nel caso qui in esame è stata perpetrata una discriminazione per orientamento sessuale e non per motivi religiosi» e quindi non vale l’eccezione garantita dalla legge dalla legge «atteso che l’orientamento sessuale di un’insegnante» è «certamente estraneo alla tendenza ideologica dell’Istituto».

Dal Corriere della sera online, 23 giugno 2016

La sentenza del Tribunale di Rovereto dice chiaramente che i diritti delle persona omosessuali valgono ovunque, senza zone franche religiose o filosofiche, senza differenza tra scuole private e pubbliche. Il valore di un insegnante è indipendente dal fatto che sia etero o gay, e un licenziamento è ingiusto e illegittimo se si fonda sull’orientamento sessuale. 
Noi lo sapevamo già, lo sapeva il buonsenso e lo sosteneva da decenni sia la comunità degli educatori sia la giurisprudenza di tutti i Paesi democratici del mondo intero.
A non saperlo - o a far finta di ignorarlo - è stato il presidente Rossi che nella sua istruttoria, affidatagli direttamente dal Ministero dell’Istruzione, nulla aveva eccepito. Nulla, anche se la responsabile del Sacro Cuore, citando Ratzinger, affermava davanti alla commissione incaricata dal Presidente che: “Vi sono ambiti nei quali non é ingiusta discriminazione tener conto della tendenza sessuale (…) nell’assunzione di un insegnante”.
Queste parole, proprio queste, sono costate al Sacro Cuore una condanna di risarcimento. Queste parole dovrebbero condannare anche la condotta della Giunta Rossi che non le ha valutate come un’ingiustizia, come una scorrettezza, soprattutto se compiuta da un istituto paritario, finanziato con i soldi di tutti, che alla pari delle altre scuole ha l’importante compito di formare gli adulti di domani.
A questo punto un ragionamento su tutto ciò andrebbe fatto, considerando la necessità di imporre alle scuole paritarie confessionali il principio sacrosanto della non discriminazione, e a scriverlo nero su bianco - anche alla luce della mozione contro le discriminazioni votata dal consiglio provinciale - dovrà essere il presidente Rossi.

sabato 11 giugno 2016

Approvato ordine del giorno della destra su omofobia. Inefficace...come il PD

L’ODG votato oggi dal Consiglio Provinciale non avrà effetti pratici sulla complessa e articolata mozione contro le discriminazioni. La possibilità di giustificare l’assenza degli studenti dai percorsi di sensibilizzazione contro l’omofobia sarà di difficile attuazione sia in termini amministrativi che organizzativi. 
Sarà difficile predisporre ore alternative e opzionali, sarà ancora più difficile che i genitori vengano a prendersi gli studenti e li riportino l’ora successiva. Sulle assenze, già oggi i genitori possono giustificare i figli, motivando con questioni famigliari o di salute l’assenza dello studente: cambia poco nella sostanza. Il contrasto all’omofobia, poi, non si attua attraverso corsi specifici, bensì nella pratica quotidiana, nell’esercizio costante di un’educazione alla cittadinanza. 
L’intervento dell’insegnante, formato appositamente (qui sì da percorsi specifici), non dovrà certo avere il consenso dei genitori, nemmeno della dirigenza: sarà un’azione volta all’educazione al rispetto e alle differenze che già ora viene diffuso da insegnati capaci e attenti alla dimensione relazionale degli studenti. 
Ma questo ODG, paradossalmente, legittima l’intervento diretto sulla popolazione studentesca attraverso iniziative di sensibilizzazione per quanto riguarda l’educazione all’affettività e alla sessualità, cosa che non era nemmeno prevista dalla mozione contro le discriminazioni. Intendiamo dunque attivarci, ben lieti, affinché siano predisposte e se qualche genitore vorrà opporsi e tenere a casa il figlio che lo faccia pure. Ci dispiace per quel figlio che forse, considerati i genitori, di questa educazione ne avrebbe maggiormente bisogno.
Nei punti dell’ODG si indica l’Iprase come l’agenzia che dovrebbe predisporre i percorsi di sensibilizzazione, quando l’Iprase non attua corsi per gli studenti ma semmai, a quanto ci risulta, formazione per gli insegnanti, e ci stupisce che il presidente Rossi - assessore all’istruzione - non ne sia a conoscenza. 
Questo per quanto riguarda il merito del documento votato oggi da tutto il Consiglio Provinciale. Per quanto riguarda il metodo è quasi superfluo sottolineare la miseria in cui versa la politica provinciale. Oltre alla nevrosi isterica che accompagna alcuni talebani del centrodestra, cosa nota e assodata, quello che deprime è assistere ad un atteggiamento del #PDprono e afono, incapace di imporsi e di segnare la differenza rispetto a punti dirimenti che riguardano i principi. Il partito di maggioranza relativa avrebbe potuto chiedere il voto separato e votare contro la premessa, avrebbe potuto astenersi, sapendo comunque che l’ODG sarebbe passato. Avrebbe potuto dare un segnale, anche minimo, di vita. Invece si è limitato a subire i compromessi al ribasso, incapace di gestire una trattativa, ridotto ad una posizione marginale e obbediente. Il balletto delle intenzioni dell’assessora Sara Ferrari, che ieri affermava il voto contrario, poi l’astensione e che alla fine ha votato favorevolmente è significativo e rivela un problema serio rispetto alla qualità e alla capacità del Partito Democratico del Trentino.

mercoledì 11 maggio 2016

Approvata la mozione contro l'omotransfobia

E' stata approvata ieri dal Consiglio provinciale la mozione contro l'omofobia.
Una vittoria per noi e per tutte le persone gay, lesbiche e trans invisibile e ancora oggi discriminate nel nostro Trentino.

Ecco un po' di rassegna stampa



Sara Ferrari, Assessora Provinciale alle Pari opportunità
:
APPROVATA oggi dal Consiglio provinciale, dopo 4 anni dalla richiesta di iniziativa popolare, una mozione che in 18 punti impegna la Giunta provinciale ad attivare una serie di azioni, per contrastare le DISCRIMINAZIONI OMOFOBICHE . Dentro il governo provinciale viene assegnata all'Assessorato alle Pari opportunità, di cui ho la responsabilità, la funzione di coordinamento delle azioni previste. A nome della Giunta, posso assicurare che il lavoro inizierà quanto prima.


OMOFOBIA, Sì DI MAGGIORANZA E 5 STELLE. APPROVATA LA MOZIONE. IL CENTRODESTRA NON VOTA
(L'Adige, 11 maggio 2016)
La maggioranza (salvo l'astensione dell'autonomista Walter Kaswalder) e Filippo Degasperi (M5S), che è stato l'unico consigliere di minoranza che ha partecipato al voto, hanno approvato ieri la mozione contro l'omofobia presentata dai quattro capigruppo della coalizione: Alessio Manica (Pd), Gianpiero Passamani (Upt), Lorenzo Ossanna (Patt) e Beppe Detomas (Ual).
Il centrosinistra autonomista, dopo 74 ore di discussione in aula in due anni e mezzo e l'approvazione - ormai l'anno scorso - del primo articolo, non ha avuto infatti la forza di portare fino in fondo il disegno di legge di iniziativa popolare (presentato con il sostegno di 7.000 firme) per contrastrare l'omofobia, soprattutto per l'indisponibilità di Patt e Upt a tenere duro, di fronte all'ostruzionismo delle minoranze.
Il governatore Ugo Rossi, per evitare altri motivi di divisione nella sua maggioranza, già traballante, ha optato dunque per il «piano B», ovvero una mozione nella quale sono stati riportati i contenuti ampi del testo originario, in particolare su scuola e lavoro, che pur senza aver assunto la forza di legge impegnano almeno questa giunta in carica ad attuarli. Per questo, Arcigay del Trentino, tra i promotori del disegno di legge, ha espresso ieri la sua soddisfazione per questa soluzione, che è comunque un ridimensionamento dell'obiettivo originario. La mozione, che ha avuto l'effetto di spaccare le minoranze, divise sulla reazione da dare, ma compatte nell'uscita dall'aula al momento del voto (escluso Degasperi), ha recepito due rilevanti emendamenti proposti da Arcigay, per dare concretezza all'impegno preso dalla giunta Rossi evitando che la mozione resti lettera morta. Innanzitutto, il coordinamento dell'attuazione di questa mozione sarà affidato all'assessore provinciale per le pari opportunità, che è Sara Ferrari (Pd). Inoltre, le misure di attuazione della mozione saranno «definite attraverso l'informativa e il confronto con le associazioni locali maggiormente rappresentative dei soggetti interessati all'attuazione di questa mozione», in sostanza con Arcigay e Arcilesbica. Vengono poi date anche delle scadenze temporali. Entro sei mesi dall'approvazione della mozione «e poi annualmente» la giunta dovrà trasmettere alla commissione competente «una relazione sullo stato di attuazione degli impegni presi da questa mozione e sulle misure che si intendono attuare nell'anno successivo».
È rientrato dunque parzialmente dalla finestra quello che era uscito dalla porta, ovvero le parti che erano state emendate in due anni e mezzo di tagli del disegno di legge, per renderlo digeribile. E la reazione nervosa delle minoranze di centrodestra, che invece di assaporare la vittoria hanno cominciato a litigare tra loro, e hanno infine alzato il tiro, minacciando ora l'ostruzionismo sul disegno di legge sulla Buona scuola che arriva in aula a giugno, come ritorsione rispetto alla scelta di accantonare il disegno di legge per approvare la mozione, che ieri in tanti hanno definito come una scorrettezza. A giugno, le minoranze presenteranno una serie di ordini del giorno sul ddl Buona scuola ostruzionistici sollevando il tema della discriminazione degli obesi o di altre categorie di persone e per riaffermare il primato della famiglia nell'educazione dei figli anche a scuola.
Per la maggioranza sono intervenuti solo il capogruppo del Pd, Alessio Manica, e il consigliere Mattia Civico, che era il primo firmatario del disegno di legge abbandonato, che era stato unificato con quello di iniziativa popolare. Silenzio di Patt e Upt.
Il presidente Ugo Rossi: «Respingo al mittente l'accusa di scorrettezza, visti i mezzi legittimi ma esagerato usati dalle minoranze su questo disegno di legge. La mozione non è un risultato pieno, ma è comunque una vittoria rispetto ai principi che erano nel testo e che vengono ripresi dalla mozione. Noi daremo attuazione agli impegni presi. Se poi le minoranze faranno ostruzionismo sulla Buona Scuola, saranno i cittadini a giudicare».
Paolo Zanella, presidente di Arcigay, è comunque soddisfatto: «Almeno ora la giunta dovrà attuare le misure previste dalla mozione, che erano quelle della legge, confrontandosi con l'associazione e con tempi certi. È vero che la mozione non è legge e dunque impegna solo questa giunta, ma ci sono 2 anni e mezzo per avviare azioni concrete nella scuola e nel lavoro che dimostreranno che la nostra non è una battaglia ideologica».
La conversione del disegno di legge contro l'omofobia in una mozione ha fatto venire allo scoperto una questione politica tutta interna alla minoranza (escluso il Movimento 5 Stelle) fatta di liste civiche (Civica Trentina, Progetto Trentino e Nerio Giovanazzi) e partiti di centrodestra (Forza Italia e Lega), oltre a consiglieri «sparsi», come Manuela Bottamedi e Massimo Fasanelli, che sono nel gruppo misto.
Quattro consiglieri: Giacomo Bezzi (Forza Italia), Maurizio Fugatti (Lega nord), Manuela Bottamedi e Claudio Cia (Civica Trentina), quest'ultimo in dissenso con il suo capogruppo Rodolfo Borga, hanno organizzato ieri una conferenza stampa per annunciare, come ha detto Giacomo Bezzi , che: «Da oggi si fa chiarezza: tra le minoranze c'è chi come noi fa opposizione dura alla giunta Rossi e chi è borderline con questa maggioranza. Ma il modello Rovereto non ci trova d'accordo. Il progetto Daldoss-Valduga, ovvero l'asse con le Civiche, punta a ridare voti al centrodestra per fare vincere il centrosinistra». E Claudio Cia (Civica Trentina), che non ha seguito l'indicazione del suo capogruppo Rodolfo Borga, rincara la dose: «Non voglio ritrovarmi in un progetto modello Valduga senza aver potuto dire nulla. Le Civiche devono dire chiaramente dove si collocano e non possono fare a meno dei partiti. Il modello non è quello con cui ci siamo presentati alle provinciali nel 2013, ma quello della coalizione che mi ha sostenuto come candidato sindaco di Trento: ovvero Civiche e partiti di centrodestra». Il timore di Cia e degli altri è che Civica Trentina, così come Progetto Trentino, non aspettino altro che potersi imbarcare in un'alleanza con il Patt e i centristi, senza o alla fine anche con il Pd, per poter andare in maggioranza e quindi fanno l'opposizione con questa prospettiva. «È come quegli innamorati - dice Cia - che stanno alla finestra a guardare la donna che passa per strada sperando che resti vedova». Secondo il segretario della Lega nord, Maurizio Fugatti , il modello dovrebbe essere quello di Bolzano: «Non sappiamo come andrà a finire ma il candidato sostenuto da partiti di centrodestra e civiche è oggi concorrenziale, se la può giocare. Spiace che sulla mozione sull'omofobia, se tutte le minoranze fossero uscite subito dall'aula forse la maggioranza non l'avrebbe approvata. La spaccatura delle minoranze fa piacere a Rossi perché gli risolve un problema politico». Rodolfo Borga ha detto in aula che invece lui è rimasto per: «Celebrare la vittoria». È uscito come gli altri al momento solo del voto.
Luisa Maria Patruno

OMOFOBIA, APPROVATA LA MOZIONE. ENTRO SEI MESI I PRIMI EFFETTI PRATICI.
Kaswalder astenuto. Opposizione in ordine sparso. «Ostruzionismo sulla scuola»
(Il Corriere del Trentino, 11 maggio 2016)
TRENTO La mozione anti-omofobia, approvata ieri dalla sola maggioranza con l’opposizione uscita per protesta dall’Aula, dovrà produrre i primi effetti concreti entro sei mesi. Così sta scritto nel lungo testo che impegna la giunta a realizzare per via amministrativa ciò che non è riuscita a fissare nei principi con una legge. Ma l’opposizione promette vendetta. Nel mirino, come anticipato nei giorni scorsi dal Corriere del Trentino , c’è il disegno di legge provinciale che dovrà recepire la «Buona scuola» di Renzi. «Faremo il bis», ha detto senza troppi giri di parole Rodolfo Borga, garante delle minoranze, riferendosi all’ostruzionismo sulla normativa anti-omofobia che ha prodotto negli ultimi due anni 74 ore di dibattito in Aula.
È stato il Pd, con il capogruppo Alessio Manica, a leggere in Aula il lungo dispositivo che impegna la giunta a realizzare corsi nelle scuole finalizzati a contrastare il bullismo omofobico e a tutelare sul lavoro gay, lesbiche, transessuali e intersessuali. Per superare il muro alzato dalle minoranze, negli scorsi mesi i promotori del disegno di legge popolare che raccolse 7.000 firme avevano eliminato alcune delle proprie richieste, ora rientrate a pieno titolo nella mozione. «Le misure della mozione sono definite anche attraverso l’informativa e il confronto con le associazioni locali maggiormente rappresentative dei soggetti interessati all’attuazione di questa mozione», dice uno degli emendamenti concordati tra il comitato promotore e Rossi. È stato poi introdotto l’impegno «a trasmettere entro sei mesi dall’approvazione della mozione e poi ogni anno alla commissione permanente del Consiglio una relazione sullo stato di attuazione degli impegni e sulle misure che si intendono adottare nell’anno successivo». Le associazioni Lgbt, viste dall’opposizione come fumo negli occhi, dovranno essere «coinvolte nelle attività di verifica le associazioni locali maggiormente rappresentative dei portatori di interesse coinvolti dalla mozione».
Upt e Patt, pur avendo sottoscritto la mozione, non sono intervenuti nel dibattito, prestando il fianco alle critiche dell’opposizione che ha definito la mozione il prezzo da pagare al Pd da parte del governatore Rossi dopo le ultime fibrillazioni interne. Walter Kaswalder (Patt) si è astenuto, accennando a traiettorie nuovamente eccentriche rispetto al suo partito, che non gli garantisce l’appoggio all’elezione a vicepresidente del Consiglio regionale.
Anche l’opposizione si è spaccata. Hanno deciso di uscire subito dall’Aula, ancora prima di iniziare la discussione delle mozioni pomeridiane, Giacomo Bezzi (Forza Italia), Manuela Bottamedi (misto), Claudio Cia (sempre più in rotta con Civica trentina) e Maurizio Fugatti (Lega). Hanno addotto questioni di metodo e di merito, ma il dato politico è il tentativo di accreditarsi come gli unici consiglieri di opposizione che «fanno opposizione senza pensare, o sperare, che potrebbero governare nel 2018 con una parte dell’attuale maggioranza, in sostituzione del Pd». «Se tutta l’opposizione fosse uscita dall’Aula, forse la maggioranza non avrebbe avuto il coraggio di votare da sola la mozione e oggi il tema sarebbe ancora un problema per il centrosinistra. Ora invece il vulnus è caduto», dice Fugatti.
Progetto Trentino e il resto di Civica trentina hanno invece partecipato alla discussione, criticando la maggioranza e promettendo un durissimo ostruzionismo «a partire dalla legge sulla scuola». Al momento del voto, sono usciti tutti. Unico a restare in Aula è stato Filippo Degasperi: «Ero favorevole alla legge, lo sono anche alla mozione».
Alessandro Papayannidis

domenica 8 maggio 2016

Liberi di essere 2016: il programma

Dal 14 al 28 maggio 2016 a Trento torna Liberi e Libere di essere, tanti eventi culturali per celebrare la Giornata internazionale contro l'omotransfobia.

Le iniziative di quest'anno vogliamo dedicarle a Fiammetta Tevini, la nostra mamma rainbow prematuramente scomparsa.





Qui trovate il programma completo.

giovedì 5 maggio 2016

Da legge a mozione: parteciperemo e vigileremo

La soluzione di trasformare la legge contro l’omofobia in una mozione che la ricalcasse in toto era da tempo all’interno di un’exit strategy condivisa anche dai proponenti. L’isterico ostruzionismo della minoranza aveva obbligato un significativo ridimensionamento della legge stessa, con l’abrogazione di parti importanti al solo fine di stralciare i numerosi emendamenti presentati dall’opposizione. Era stato posto anche un termine ultimo, ovvero il mese di maggio, entro cui Arcigay e i promotori popolari avrebbero ritirato il testo, per toglierlo dall’impasse di un’Assemblea bloccata e incapace di portarlo ad approvazione.
La mozione depositata da tutti i capigruppo di maggioranza non riassume la legge come sarebbe risultata successivamente al suo ridimensionamento, ma riassume la legge originale, quella licenziata dalla commissione e che risulta maggiormente fedele al testo sottoscritto da 7000 cittadini trentini.
Arcigay incontrerà nelle prossime ore il Presidente del Consiglio Bruno Dorigatti per avere delucidazioni sul percorso in Aula della mozione e, soprattutto, il Presidente della Provincia Ugo Rossi per discutere i tempi e i modi della traduzione della mozione in una serie di delibere che rendano efficaci e operativi i principi enunciati.
Se da un lato possiamo stigmatizzare l’incapacità politica della maggioranza nel portare ad approvazione un testo contro le discriminazioni fondate sull’omofobia, cosa che peraltro non abbiamo mai mancato di sottolineare, non possiamo non considerare che l’ostruzionismo delle minoranze aveva impedito già da tempo la possibilità di approvare un testo completo e organico, obbligandoci a rinunciare a parti importanti che invece la mozione riesce a contenere.
Sarà nostro compito partecipare attivamente al percorso che tradurrà la mozione in atti amministrativi, sollecitando la Giunta ad onorare ciò che la mozione, in modo chiaro e stringente, le chiede di attuare.

venerdì 22 aprile 2016

Festa della Liberazione 2016 a 70 anni dal voto alle donne: anche Arcigay al parco delle Albere



Come ogni anno torna l'evento organizzato per la Giornata della Liberazione, 25 Aprile da ARCI del Trentino.
Anche quest'anno sarà al parco ex Michelin, quartiere Le Albere, vicino al MUSE.

PROGRAMMA

➤ ORE 14.30 NEL PARCO
Animazione per bambini
Giocoleria
Gazebo delle associazioni

➤ ORE 16.00 DAL PALCO
Interventi
Letture partigiane
Musica dal vivo con
Andrea Lorusso& La bandalarga
Davide Battisti

➤ ORE 20.00 CONCERTO SERALE CON
Red Haze - i vincitori del contest "Arsenale calling"

e la Folk Dance Nuju

Evento realizzato in collaborazione con
Comune di Trento
Trento Giovani
Anpi Trentino
Cgil del Trentino
Forumpace Trentino
Arcigay del Trentino
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lunedì 28 marzo 2016

Maschere maschili - Manutenzioni -uomini a nudo


Maschere maschili - Maschile di pancia

Dialoghi su uomini, genitorialità, relazioni e lavoro con Stefano Ciccone (Maschile Plurale)


Esiste una "questione maschile"? Quali sono gli elementi che la costituiscono? 
Nel momento in cui ci si va allontanando dai modelli di virilità tradizionali, basati sulla negazione del femminile, quale modello sostituirà una maschilità "svuotata" di significato?
Qual è il legame tra omofobia e maschilità egemone?
Quali punti di contatto ci sono tra i nodi di riflessione sul maschile contemporaneo e i temi storici del femminismo?
Come si relaziona la costruzione del maschile alla prostituzione e alla pornografia?

Dialogando insieme cercheremo di trovare spunti di riflessione a partire da queste ed altre fondamentali domande.

"Non si tratta di costruire un nuovo modello normativo, ma un diverso modo possibile di essere uomini, una diversa potenzialità del corpo, della sensibilità e dell'esperienza maschile"
Stefano Ciccone


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Stefano Ciccone è fondatore dell'Associazione e Rete nazionale Maschile Plurale che riunisce gruppi di uomini interessati a pensare sulla propria identità e sui modelli maschili. Coordina il Parco Scientifico dell’Università di Roma Tor Vergata. È stato promotore della manifestazione nazionale di uomini contro la violenza alle donne tenutasi a Roma il 21 novembre 2009 a piazza Farnese a Roma.
Oltre a diversi articoli sulle tematiche dell’innovazione e delle relazioni tra i generi, è autore di "Essere Maschi. Tra potere e libertà", in cui analizza le trasformazioni in corso nel maschile e riflette su temi finora considerati femminili come violenza sessuale, genere, relazioni coi figli, lavoro di cura, prostituzione ed esperienza del corpo.

lunedì 7 marzo 2016

Maschere Maschili - Ripensare il maschile

Un incontro con Attila Bruni (Università degli studi di Trento) e Beppe Pavan (Maschile Plurale) per interrogarsi e dialogare sul maschile oggi. 
Durante l'incontro verrà inoltre presentato il progetto "Maschere Maschili"
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Attila Bruni è professore associato presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università degli Studi di Trento e membro del Centro Studi Interdisciplinari di Genere.

Beppe Pavan, fa parte di Maschile Plurale, associazione nata nel 2007 impegnata in riflessioni e pratiche di ridefinizione della identità maschile, plurale e critica verso il modello patriarcale. In particolare è il fondatore del gruppo uomini di Pinerolo, Uomini in cammino.

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A cura di Associazione TE@

Insieme a:
Associazione A.M.A. Auto Mutuo Aiuto onlus Trento
Centro Studi interdisciplinare di Genere
Arcigay Trento 8 luglio




domenica 6 marzo 2016

Chi ama i diritti li vuole per tutt*! #dirittiallameta



Un immenso grazie a tutti e tutte coloro che con forte spirito hanno partecipato alla manifestazione per rivendicare uguali diritti per tutt*!


Alcune foto della piazza e dei nostri/delle nostre carichissim* attivist*!





Vi lasciamo altri due link sulla manifestazione da Repubblica e gay.it dove hanno trovato spazio i nostri Vigili contro l'omofobia.

Repubblica - Video del 5 marzo
gay.it - Il rosso fuoco dei nostri vigili

lunedì 15 febbraio 2016

Happy speed gay: 2 marzo ore 19:30 a Trento



L’Happy Speed Gay è un un aperitivo divertente ed insolito in cui ci si può incontrare e conoscere.

Dove: nel bar interno della Juta Wellness Center - Trento, via Galilei 32

Quando: mercoledì 2 marzo alle 19.30, nell'orario dell'aperitivo

Come funziona: i partecipanti vengono fatti sedere in tavolini da due uno di fronte all'altro, dopo un tempo prestabilito (300 secondi!) si chiama il cambio, un gruppo si alza e si siede nel posto accanto, in modo che le coppie siano sempre diverse.
Alla fine di ogni breve chiacchierata, sorseggiando un aperitivo e in base alla prima impressione ricevuta, ogni partecipante segna sulla propria scheda di gradimento un "Sì" o un "No" in corrispondenza al numero identificativo della persona con cui ha conversato.
A fine serata si consegna la scheda di gradimento all’organizzazione dell’happy Speed gay e alle sole persone che si sono scritte un SI reciproco verranno inviati i rispettivi indirizzi mail entro qualche giorno.

PER PARTECIPARE manda una mail a: speedgaydate@gmail.com con il tuo nome e n di cellulare ENTRO il 22/02/16! Ti invieremo poi le specifiche per il ritiro del tuo biglietto
Costo € 15 prima consumazione e piccolo buffet compresi 


Ingresso solo con prevendita per garantire l’esatto numero pari di partecipanti
Partecipate numeros*!

lunedì 25 gennaio 2016

Giornata della memoria: celebrazioni ufficiali sull'omocausto e proiezione di Bent


Il 27 gennaio alle ore 17 nella sala Falconetto di Palazzo Geremia, sede del Comune di Trento, si terranno le celebrazioni ufficiali della Giornata della Memoria, quest'anno dedicate all'omocausto, con un intervento del direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi, dal titolo "La persecuzione nazi-fascista dell'omosessualità".

Sempre il 27 gennaio alle 21 al Teatro San Marco il Comune di Trento con l'associazione Bianconero propone un viaggio nella cinematografia sull'olocausto, con dibattito con i ragazzi del progetto Promemoria_Auschwitz.eu. Un momento sarà dedicato all' "olocausto degli altri", e interverrà il presidente di Arcigay Paolo Zanella. Durante la serata sarà proiettato il film "When People Die They Sing Songs", dove le melodie del tempo andato risuonano attraverso i ricordi di Regina, 93 anni, sopravvissuta all'olocausto.

Giovedì 28 gennaio alle 21 al cinema Astra, Arcigay del Trentino in collaborazione con Fondazione Museo Storico del Trentino presentano "Bent", di Sean Mathias, il più bel film sull'omocausto.
INGRESSO GRATUITO