giovedì 5 maggio 2016

Da legge a mozione: parteciperemo e vigileremo

La soluzione di trasformare la legge contro l’omofobia in una mozione che la ricalcasse in toto era da tempo all’interno di un’exit strategy condivisa anche dai proponenti. L’isterico ostruzionismo della minoranza aveva obbligato un significativo ridimensionamento della legge stessa, con l’abrogazione di parti importanti al solo fine di stralciare i numerosi emendamenti presentati dall’opposizione. Era stato posto anche un termine ultimo, ovvero il mese di maggio, entro cui Arcigay e i promotori popolari avrebbero ritirato il testo, per toglierlo dall’impasse di un’Assemblea bloccata e incapace di portarlo ad approvazione.
La mozione depositata da tutti i capigruppo di maggioranza non riassume la legge come sarebbe risultata successivamente al suo ridimensionamento, ma riassume la legge originale, quella licenziata dalla commissione e che risulta maggiormente fedele al testo sottoscritto da 7000 cittadini trentini.
Arcigay incontrerà nelle prossime ore il Presidente del Consiglio Bruno Dorigatti per avere delucidazioni sul percorso in Aula della mozione e, soprattutto, il Presidente della Provincia Ugo Rossi per discutere i tempi e i modi della traduzione della mozione in una serie di delibere che rendano efficaci e operativi i principi enunciati.
Se da un lato possiamo stigmatizzare l’incapacità politica della maggioranza nel portare ad approvazione un testo contro le discriminazioni fondate sull’omofobia, cosa che peraltro non abbiamo mai mancato di sottolineare, non possiamo non considerare che l’ostruzionismo delle minoranze aveva impedito già da tempo la possibilità di approvare un testo completo e organico, obbligandoci a rinunciare a parti importanti che invece la mozione riesce a contenere.
Sarà nostro compito partecipare attivamente al percorso che tradurrà la mozione in atti amministrativi, sollecitando la Giunta ad onorare ciò che la mozione, in modo chiaro e stringente, le chiede di attuare.