mercoledì 16 settembre 2015

"Sei gay? Devi cambiare": il libro utilizzato all'Arcivescovile di Trento

«Sei gay? Devi cambiare»
Lezione choc in una scuola di Trento


L’omosessualità è «un disordine nella costruzione della propria identità sessuale» e quindi «è alquanto opportuno accompagnare l’omosessuale perché modifichi il suo orientamento sessuale». È quanto si legge in un libro usato per fare lezione in una scuola media paritaria di Trento, l’Istituto Arcivescovile. I fatti risalgono a prima dell’estate ma sono emersi soltanto adesso, dopo che una mamma, indignata per quanto successo, ha deciso di denunciare l’accaduto ad Arcigay. Il professore di religione e vicepreside della scuola Giampiero Guerra, che ha usato il libro nelle sue classi, ha confermato all’associazione che il testo (Voglio imparare ad amare di Gimmi Rizzi, edizioni Elledici) è tuttora tra quelli impiegati per l’educazione all’affettività dei ragazzi.
«Quando ho visto il libro sono rimasta stupefatta – racconta la mamma, che ha chiesto di rimanere anonima –. Verso la fine dello scorso anno scolastico mia figlia, che frequentava la terza media, mi aveva chiesto sette euro per comprare un libro consigliato dall’insegnante di religione. Qualche giorno dopo lo ha preso ed è tornata a casa turbata per quello che c’era scritto: “È terribile!” mi ha urlato appena sono rientrata a casa dal lavoro. Sono andata subito a controllare e per puro caso (ma a volte è il signore che ci guida) l’ho aperto alla pagina in cui si parlava di omosessualità: sono rimasta raccapricciata. Mia figlia mi ha detto che il libro era solo consigliato, ma che lo hanno letto in classe, tanto che alcuni dei ragazzi hanno protestato per quello che c’era scritto».

La pagina del libro dedicata all’omosessualità
L’autore del testo, infatti, premette che di fronte alle rivendicazioni degli omosessuali che pretendono di essere come tutti gli altri, «è opportuno mettere in chiaro alcune cose», e cioè che l’omosessualità è «una tendenza contro il progetto di Dio» e che «un rapporto fra omosessuali è dunque sempre da condannare». Poi sostiene che «poiché all’origine dell’omosessualità non vi stanno cause genetiche (in altre parole gay non si nasce) ma vi stanno certe relazioni che il soggetto ha vissuto in famiglia e in altri ambienti che lo hanno portato ad un disordine nella costruzione della proprio a identità sessuale (per es. bisogni affettivi non soddisfatti durante l’infanzia) è alquanto opportuno accompagnare l’omosessuale perché MODIFICHI IL SUO ORIENTAMENTO SESSUALE» (il maiuscolo è nell’originale).
Affermazioni sconfessate dalla scienza: «Come certifica l’Organizzazione mondiale della sanità, l’omosessualità è una variante naturale della sessualità umana, non è dovuta a squilibri psichici e l’orientamento sessuale non è modificabile con interventi terapeutici», spiega il presidente nazionale dell’ordine degli psicologi Fulvio Giardina. «Su tutto ciò ormai non c’è dubbio nella comunità scientifica, per questo le cosiddette terapie riparative, cioè che mirano a far superare l’omosessualità, non hanno alcun senso».
La mamma di Trento, in un primo momento non ha pensato di lamentarsi con la scuola: «Ne abbiamo parlato in famiglia, anche con gli altri miei figli, e ho visto che sapevano che le affermazioni del libro erano false. In più la scuola stava per finire, c’era l’esame in vista e ho deciso di lasciar perdere – dice al telefono –. Poi qualche tempo fa ho incontrato la madre di un ex compagno di mia figlia che non aveva visto il libro, ne abbiamo parlato eabbiamo deciso insieme di rivolgerci ad Arcigay, perché i nostri figli ormai non frequentano più la scuola».
Durissimo il presidente trentino dell’associazione lgbt, Paolo Zanella: «È inaccettabile: se un bambino che ha qualche dubbio sul proprio orientamento sessuale legge quelle cose, se gli viene falsamente detto che il suo orientamento sessuale è “colpa” di mancate attenzioni da parte dei genitori e che deve cambiare, il rischio è che entri nella triste classifica degli adolescenti gay suicidi – protesta –. L’Istituto Arcivescovile di Trento è una scuola confessionale, ma comunque parificata, svolge un ruolo pubblico. Non può sostenere posizioni antiscientifiche durante le lezioni. È come se insegnasse ai ragazzi che il sole gira intorno alla terra».
da La 27esimaora, blog del Corriere della Sera del 15 settembre 2015