sabato 19 settembre 2015

FIRMALOVE: ostruzionismo delle minoranze, fratture e ricomposizioni nella maggioranza

Dopo altri tre giorni in Consiglio provinciale, la discussione del ddl contro le discriminazioni per orientamento sessuale, identità di genere e intersessualità  è giunta all'articolo 3. Approvato l'articolo 1 (rimasto in piedi solo il primo comma) e abrogato il 2 come da strategia della maggioranza. La discussione si è prolungata più del previsto a causa di diverse sospensioni e interventi strumentali per fatto personale. 

Il primo giorno di discussione il consigliere della UAL Detomas ha ritirato la sua firma dal ddl (sembra per ritorsione contro un provvedimento sulla sua val di Fassa) ed è stato annunciato il voto contrario di alcuni consiglieri del PATT, anche se alla prova del voto solo il consigliere Kaswalder ha votato contro. Durante la terza giornata di discussione, anche grazie all'intervento in una riunione serale di maggioranza, la maggioranza si è ricompattata sull'intenzione di portare a casa il ddl.

Le minoranze hanno continuato per tre giorni a portare argomentazioni strumentali e mistificatorie su lobby gay, ideologia gender e inesistenza dell'omofobia. In aula l'assessora Ferrari ha riportato le parole di denuncia del ministro Giannini sull'ideologia gender, considerata una "truffa culturale".

Questo il livello delle argomentazioni presentate nelle precedenti tornate consigliati

Nell'ultima giornata in Consiglio si è discusso delle dichiarazioni del primo firmatario del ddl popolare Paolo Zanella e di un post di Alessandro Giacomini apparso sulla sua pagina facebook dove il consigliere CIa veniva definito responsabile dell smorte di Samuelle Daves.

Zanella è intervenuto sulle due questioni chiarendo:

1) la questione del post di Alessandro Giacomini apparso sulla mia bacheca facebook in cui definiva il consigliere Claudio Cia "assassino di Samuelle";
2) la definizione che io avrei dato del Consiglio provinciale come "indegno" apparsa sulla stampa.
1) Sono il primo a stigmatizzare con fermezza quanto è stato scritto sulla mia bacheca, perché sono il primo a credere fermamente che le battaglie politiche si vincano con la forza delle argomentazioni e non con infamanti attacchi personali. Il piano del confronto politico non dovrebbe mai scadere in accuse personali, tantomeno in accuse gravissime come quella rivolta al consigliere Cia, al quale va tutta la mia solidarietà.
Detto ciò, ritengo inaccettabili le insinuazioni di una mia connivenza rispetto al contenuto di quel post, accuse che si basano sul fatto che io non lo abbia cancellato immediatamente. Costituisce forse reato nel nostro Paese non controllare la propria bacheca facebook per mezza giornata? Appena ho saputo della sua esistenza ho eliminato il post proprio perché l'ho ritenuto oltraggioso e assolutamente inopportuno. Condanno con forza il contenuto di quel messaggio, ma rimando al mittente il tentativo strumentale di far passare i proponenti del ddl popolare come incivili e violenti.
2) chi mi conosce sa quanto io creda fermamente nel ruolo della politica e delle Istituzioni e quindi sa che mai definirei il Consiglio provinciale come luogo "indegno". Se le parole hanno ancora un valore c'è una differenza abissale tra il definire un'Istituzione indegna e definire lo spettacolo che in quella stessa Istituzione ha avuto luogo per giorni e giorni indegno. Questa, che è la mia posizione, la ritengo una legittima opinione di chi ha assistito a ore e ore di dibattito mistificatorio e strumentale sull'ideologia del gender (definita dalla ministra Giannini una truffa culturale"), sulla potentissima lobby gay e sull'inesistenza di un fenomeno tangibile come l'omotransfobia. Mi spiace che nella sintesi giornalistica una legittima opinione sia stata letta come un attacco alle Istituzioni, cosa che, lo ripeto con fermezza, è lontana mille miglia dal mio modo di approcciarmi alla politica.

La maggioranza ha dichiarato di voler proseguire la discussione entro l'anno, ma non ha dato date precise. Il PD vorrebbe tornare in aula ad ottobre, prima della finanziaria. Con la strategia del canguro mancano da discutere una quarantina di emendamenti, rispetto ai 1400 presentati, per riuscire a votare una legge con disposizioni concrete di prevenzione e contrasto all'omotransfobia.