La
notizia della censura da parte del comune di Padergnone dello spettacolo teatrale
“La muffa nel cassetto” di Antonella Fittipaldi, a causa di un bacio tra due
donne, ha avuto ampio risalto sulle cronache locali.
Ieri
mattina Arcigay e Arcilesbica del Trentino, dopo aver appreso la notizia dalla
stampa, sono state interpellate dall’Assessorato alle Pari Opportunità in
qualità di referenti per i diritti delle persone omosessuali. L’incontro fra le
associazioni e l’assessora Sara Ferrari ha evidenziato una comunanza di vedute sull’importanza
di promuovere la visibilità delle persone gay e lesbiche attraverso le più
svariate forme di comunicazione -spettacolo teatrale in questione compreso- al
fine di dare dignità e reale “quotidianità” alle relazioni tra persone dello
stesso sesso. L’assessora ha quindi espresso la propria vicinanza alle
associazioni, con le quali aveva già collaborato come consigliera, mostrando
una sensibilità del tutto nuova da parte dell’esecutivo sulle tematiche LGBT,
finalmente incluse a pieno titolo all’interno delle Pari Opportunità.
Le
associazioni, hanno poi incontrato la vicesindaca del Comune di Padergnone,
Patrizia Ruaben, e l’assessora alle Pari Opportunità, Ilaria Rigotti, per
chiarire quanto apparso sui giornali. Durante il confronto -disteso in tutto il
suo svolgimento- il sottoscritto e la presidente di Arcilesbica hanno chiesto
chiarimenti rispetto alla censura dello spettacolo che, se motivata dal
pregiudizio nei confronti di un bacio fra due donne, avrebbe rappresentato una grave
discriminazione nei confronti delle persone LGBT. Le rappresentanti della
Giunta hanno affermato che lo spettacolo, visto solo dopo averlo già messo in
programma, poco c’entrava con il progetto su giovani e lavoro, all’interno del
quale era inserito, e soprattutto che la tematica dell’amore fra due donne
sarebbe stata impattante sui giovani e la cittadinanza se non contestualizzata
all’interno di un percorso dedicato. La vicesindaca e l’assessora si sono quindi
rese disponibili a costruire, nei prossimi mesi, un percorso per parlare ai
cittadini di Padergnone di omosessualità e omofobia, consapevoli di quanto il
tema sia attuale e importante da trattare con i ragazzi, magari mettendo in scena
lo spettacolo teatrale dopo aver introdotto il tema con degli esperti. E’
emerso quindi come in realtà, la Giunta comunale, anche sotto le pressioni del
parroco del paese, abbia voluto tutelare una cittadinanza che ai loro occhi non
è ancora pronta per affrontare l’omosessualità. Il fatto che nel 2013, ancora
ci si debba chiedere se le persone siano o non siano pronte per vedere
rappresentato qualcosa che rientra nella naturalità delle cose, ha lasciato
perplesse e amareggiate le associazioni, che hanno però apprezzato
l’ammissione, da parte della Giunta, di una difficoltà di parlare di
omosessualità all’interno di un piccolo paese. E’ a partire da questo dato di
fatto che Arcigay e Arcilesbica si sono rese disponibili a collaborare col
Comune di Padergnone ad un progetto che parli ai giovani e a tutti i cittadini
di omosessualità e contrasto all’omofobia. Forse più che di censura alla Putin,
si dovrebbe parlare più semplicemente di paura ad affrontare un tema che,
nonostante gli anni passino, in Italia sembra restare ancora tabù. Sulla questione che i giovani vadano tutelati e non
esposti senza preparazione ad un bacio gay o lesbico ci sarebbe molto da
discutere –visto il video virale sul web che mostra le loro reazioni-, ma ogni
comunità ha i propri tempi per crescere e affrontare la realtà che cambia.
Ciò che preme ad Arcigay e Arcilesbica è tutelare e fare sentire parte della
comunità anche i ragazzi gay e le ragazze lesbiche di Padergnone e il percorso proposto
dovrebbe andare in questa direzione.
Quello
che le Associazioni possono affermare, avendo incontrato parte della Giunta di
Padergnone, è che non ci si è trovati di fronte a persone omofobe e che la
sospensione dello spettacolo non è avvenuto per lo “schifo” nei confronti di un
bacio fra due donne, ma per la paura che i proprio compaesani fossero
impreparati davanti ad esso. Solo da questo dato di fatto si può partire per lavorare
con le amministrazioni comunali affinché, da qui a pochi anni, l’omosessualità
non metta più in imbarazzo nessuno.
Paolo Zanella (da " La Voce del Trentino")